Sintesi
Quando una persona minorenne viene coinvolta nel sistema giudiziario, perché sospettato o accusato di reato o anche per intraprendere un percorso di giustizia amministrativa o civile, entra in un mondo nuovo che spesso assume caratteristiche intimidatorie, con logiche, ritmi e linguaggi specifici, molto lontani dalla sua realtà e dai contesti a cui è abituata. Questo spesso crea una percezione di disorientamento e, talvolta, sentimenti di alienazione che rischiano di invalidare il percorso educativo e riabilitativo che dovrebbe essere realizzato. Molti ragazzi percepiscono la giustizia minorile come un sistema che non accoglie i loro bisogni, non realizza i loro diritti – di cui spesso loro non sono a conoscenza - e non mira a una vera e completa riabilitazione. Questa percezione si risolve nel vivere il percorso di giustizia esclusivamente come teso a punire la persona per quello che ha commesso ed invalida le valenze centrali del procedimento e la nuova opportunità che esso dovrebbe proporre al ragazzo. Questa percezione può certamente avere un impatto negativo sul benessere, sull’ autostima, sulla relazione con i professionisti che si incontreranno, sulla percezione di equità delle procedure e sulla capacità di partecipare, accettare e comprendere i risultati e le misure che vengono predisposte. Molti adolescenti - in generale, ma in particolare coloro che provengono da contesti “difficili” e che talvolta li conducono ad incontrare il sistema di giustizia penale - sentono di non avere spazio e opportunità per esprimere le proprie opinioni, i propri pensieri e le proprie prospettive. Allo stesso tempo, i professionisti che lavorano nel sistema di giustizia minorile trovano difficile comunicare con loro, e connettersi ad un mondo che ha un linguaggio proprio, con norme e valori propri.
Per affrontare questi problemi, è necessario rafforzare un linguaggio e una comunicazione a misura di minorenne da parte degli attori del settore e promuovere il diritto dei minorenni a partecipare al loro procedimento, attraverso una maggiore informazione e comprensione dello stesso.
RapLab ha come obiettivo dunque quello di “avvicinare” il sistema di giustizia ai ragazzi e alle ragazze che vi entrano in contatto, attraverso linguaggi e modalità che li possano immediatamente coinvolgere, attivandone risorse e capacità. La metodologia elaborata – che comprende narrazione autobiografica, riflessione sul percorso e sul sistema, scrittura delle esperienze, condivisione di competenze tecniche, canto e registrazione di pezzi di vita e “barre” in forma rap - promuove il concetto di "child-friendly justice", così come indicato dalle Linee Guida del Consiglio d’Europa e dagli standard internazionali. L’esperienza maturata da Defence for Children International Italia in questi anni in contesti nazionali ed europei ci ha consentito di elaborare, testare e perfezionare un metodo di lavoro basato sui diritti, che intende sollecitare la partecipazione diretta dei ragazzi, a cui spesso è riservato, in generale, poco spazio di parola, espressione e influenza.
In collaborazione con i servizi ministeriali della giustizia minorile (USSM Genova e IPM Pontremoli) i ragazzi e le ragazze saranno coinvolti in laboratori narrativo-musicali condotti dallo staff educativo dell’associazione, incluso un rapper esperto. A Genova i laboratori si terranno nella sede sociale di Defence for Children Italia in Piazza Don Gallo e a Pontremoli presso gli spazi messi a disposizione dall’Istituto Penale Minorile. Parallelamente sarà allestito uno studio di registrazione mobile che potrà spostarsi quindi tra Genova e Pontremoli per registrare i pezzi che via via saranno ideati. L’idea è quella di fornire a tutti i ragazzi, compresi quelli meno “dotati artisticamente”, uno spazio dove possano portare le proprie voci attraverso le proprie creazioni musicali. Ragazzi e ragazze che spesso hanno poche possibilità di intraprendere un’esperienza di questo tipo e, in generale, poca possibilità di parola ed espressione. Nell’ottica di sollecitare il protagonismo dei ragazzi, sarà organizzato un evento pubblico a Genova in piazza Don Gallo, luogo ideale per accogliere eventi di carattere musicale a sfondo sociale.