Gioco e Tempo Libero

Gioco e Tempo Libero | Defence For Children Italia | Movimento Globale per i Diritti dell’Infanzia

Gioco e Tempo Libero
Ogni bambino e bambina ha diritto al gioco e ad attività ricreative adatte alla sua età, al tempo libero e al riposo, a partecipare attivamente alla vita culturale ed artistica.
Art. 31
Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Il gioco è dimensione essenziale per lo sviluppo e il benessere dei bambini. Il gioco e la ricreazione promuovono lo sviluppo della creatività, dell’empatia, della fiducia in se stessi, dell’autonomia, delle capacità fisiche, sociali, cognitive ed emotive nonché la partecipazione alla vita sociale.

Le evidenze scientifiche sottolineano l’importanza del gioco nello sviluppo infantile in generale e del cervello, in particolare nei primi anni di vita. Attraverso il loro coinvolgimento nel gioco e nelle attività ricreative, i bambini imparano con la pratica, esplorano e sperimentano il mondo che li circonda, elaborano nuove idee, ruoli ed esperienze e, così facendo, imparano a elaborare mediazioni, ritrovare l’equilibrio emotivo, risolvere conflitti e prendere decisioni.

Anche il coinvolgimento nella vita culturale di una comunità è un elemento importante per lo sviluppo del senso di appartenenza dei bambini. Essi assumono e praticano la vita culturale e artistica della loro famiglia, comunità e società e, attraverso questo processo, scoprono e formano il proprio senso di identità.

Le tecnologie digitali hanno cambiato il modo di giocare. Oggigiorno, in particolare nel nord del mondo, bambini, bambine, ragazzi e ragazze giocano a carte, a calcio, imparano le prime ricette di cucina e conoscono nuovi amici, il tutto nella maggior parte dei casi, attraverso uno schermo. Le tecnologie digitali rappresentano oggi strumenti irrinunciabili di comunicazione, relazione e apprendimento. Soddisfano bisogni fondamentali, offrono opportunità di crescita, partecipazione e possono contribuire alla realizzazione dei loro diritti, sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza. È necessario però che gli adulti di riferimento accompagnino e guidino bambini e bambine in un uso responsabile degli strumenti digitali, contribuendo alla comprensione degli ambienti digitali e alla protezione da possibili forme di sfruttamento dell’infanzia.

Infatti, recenti studi evidenziano che più di due ore al giorno trascorse davanti allo schermo sono associate a sintomi più depressivi, risultati scolastici inferiori, perdita di sonno e forma fisica. L’analisi di un ampio campione di giovani di età compresa tra 2 e 17 anni negli Stati Uniti ha mostrato che un tempo maggiore davanti allo schermo è associato ad un minore benessere: meno curiosità, autocontrollo e stabilità emotiva; maggiore ansia e sintomi depressivi.

Da un recente studio1 è emerso che i bambini e le bambine che trascorrono la maggior parte del tempo davanti ad uno schermo, quindi ad un dispositivo bidimensionale, a navigare sui social media, tendono a sviluppare minori capacità di riconoscere le emozioni nei volti degli altri, minori abilità sociali e a costruire poche amicizie di qualità.

Uno studio commissionato dalla Commissione Europea2 per valutare le modalità di utilizzo di internet da parte di un campione di bambini, bambine e adolescenti di età compresa tra 9 e 16 anni, ha messo in evidenza che più del 60% di essi ha un profilo su un social network (nel 32% dei casi completamente pubblico) e che il 6% di essi si è sentito turbato da qualche esperienza online.

In Italia, secondo una ricerca del 2018,3 otto bambini su dieci tra i tre  e i cinque anni sanno usare il cellulare dei genitori, il 30% dei genitori usa lo smartphone per calmare i più piccoli già durante il primo anno di vita e il 70% dal secondo anno.

I ruoli di genere hanno un forte impatto sul gioco. Infatti, responsabilità domestiche e familiari, preoccupazioni protettive da parte dei genitori, mancanza di condizioni appropriate e atteggiamenti culturali che impongono limiti alle aspettative e al comportamento che riguarda le bambine, può far diminuire le loro opportunità di godere dei diritti affermati dall’articolo 31, in particolare nell’adolescenza. Inoltre, la differenziazione di genere nelle forme del gioco di bambini e bambine, talvolta rafforzate da genitori ed educatori, dai media e dai produttori di giochi e giocattoli commerciali, mantengono tutt’oggi nella società le tradizionali divisioni dei ruoli di genere.4

Ricerche recenti indicano che, mentre i giochi maschili preparano ad una performance di successo nella società moderna in un’ampia gamma di professioni e in vari contesti, al contrario, i giochi femminili tendono a indirizzare verso la sfera privata della casa e ai ruoli futuri di mogli e madri. Spesso i ragazzi e le ragazze adolescenti sono scoraggiati a svolgere attività ricreative compartecipate. Inoltre, le ragazze generalmente hanno tassi di partecipazione più bassi nelle attività fisiche e nei giochi organizzati, come conseguenza dell’esclusione dovuta all’ambiente culturale o autoimposta, e/o per la mancanza di adeguate condizioni. Questo andamento è preoccupante alla luce dei comprovati benefici fisici, psicologici, sociali, intellettuali associati alla partecipazione ad attività sportive.5

Tutelare il diritto al gioco significa rendere disponibili luoghi e spazi adeguati, promuovere competenze e contesti creativi, protetti ed accoglienti, stimolare l’immaginazione e la progressiva autonomia.

1 University of the Sunshine Coast in Australia

2 Studio Net Children Go Mobile

3 Centro per la Salute del Bambino onlus e dall’Associazione Culturale Pediatri

4 LUNGI, Commento All’’art.31 Della Convenzione ONU Sui Diritti Dell’’infanzia E Dell’’adolescenza

5 LUNGI, Commento All’’art.31 Della Convenzione ONU Sui Diritti Dell’’infanzia E Dell’’adolescenza

 

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