Conflitti e Protezione

Conflitti e Protezione | Defence For Children Italia | Movimento Globale per i Diritti dell’Infanzia

Conflitti e Protezione
Ogni bambino e bambina ha diritto a vivere in una condizione di pace e sicurezza ed essere protetto da ogni forma di violenza e conflitto.
Art. 34, 35,36, 37, 38
Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Ogni giorno, milioni di bambini e bambine sono direttamente colpiti da guerre e conflitti armati. Nel 2022 circa 468 milioni di bambini (più di 1 su 6) vivevano in una zona di guerra e metà di questi erano in prima linea, entro 50 km dal conflitto. Purtroppo, con la recente escalation delle violenze estreme in diverse parti del pianeta, questo numero è in costante aumento. (UNICEF)

Durante un conflitto, bambine e bambini vengono feriti o uccisi, separati dalle loro famiglie e costretti ad assistere a scene di violenza inaudita. Nella maggior parte delle situazioni belliche avvengono, inoltre, rapimenti, stupri e sfruttamenti di bambini come soldati. Per i bambini e le bambine, la guerra è una catastrofe particolarmente tragica, perché li obbliga ad abbandonare casa, distrugge le scuole, i centri sanitari, il contesto e l’ambiente. Anche anni dopo la fine di un conflitto, rimangono profonde ferite psicologiche, povertà accentuata e mancanza di prospettive. Mine e munizioni inesplose rimangono un pericolo per le generazioni future. (UNICEF)

L’Africa rimane il continente con il più alto numero di bambini che vivono in zone di conflitto: circa 183 milioni. A oltre 200 giorni trascorsi dallo scoppio della brutale guerra in Sudan, il 15 aprile scorso, i bambini e le bambine continuano a pagare il prezzo più alto per una crisi che non hanno creato loro, sempre più spesso con le loro stesse vite. Il Sudan adesso affronta la più grande crisi di bambini sfollati al mondo, con un numero record di 3 milioni di bambini in fuga da diffuse violenze alla ricerca di sicurezza, alimenti, rifugi e assistenza medica - la maggior parte all’interno del Sudan - mentre centinaia di migliaia si rifugiano in grandi campi improvvisati nei Paesi limitrofi. Nessuno dei bambini sudanesi è riuscito a tornare a scuola e il futuro di un’intera generazione è ora in bilico. Sono ben 19 milioni i bambini sudanesi che non possono tornare nelle aule scolastiche, il che fa di questa situazione una delle peggiori crisi dell’istruzione al mondo. Al pari degli anni precedenti, il Medio Oriente ha continuato ad avere la quota più alta di bambini che vivono in zone di conflitto rispetto alla popolazione infantile totale: il 39% dei minorenni nella regione, ovvero uno su tre. (UNICEF)

A Gaza, in appena tre settimane dopo il 7 ottobre 2023, sono morti più bambini e bambine che in tutte le guerre del mondo in un anno. Si stima che bambini e bambine rappresentino oltre il 40% delle persone uccise. Il bilancio reale è probabilmente molto più alto, poiché ci sono migliaia di bambini dispersi che si presume siano sepolti sotto le macerie.

Anche Afghanistan, Yemen, Siria, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia settentrionale sono altri luoghi in cui i bambini hanno pagato il più alto prezzo, dovuto al protrarsi di conflitti armati, violenze e insicurezza.

L’incapacità di proteggere i bambini e le bambine nelle situazioni più vulnerabili e nelle zone di guerra è alla base del fallimento da parte dei Paesi nel raggiungere uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite per il 2030: la promozione della pace.

Gli SDG sono stati adottati nel 2015, ma da allora il numero di bambini che vivono in zone di conflitto è aumentato di quasi il 28%. Il numero è oggi in costante aumento ed è quasi raddoppiato dalla metà degli anni ’90. Infatti, dal 1948 non si registravano così tanti conflitti armati in così tante zone del mondo, né così tanti bambini vittime della guerra.

L’esposizione ai conflitti incide negativamente e in modo determinante su tutti i diritti della Convenzione. Ha effetti catastrofici sulla vita di bambini e bambine, lasciando profonde ferite fisiche e danni psicologici che si ripercuotono su intere generazioni. Il mondo adulto, nella consapevolezza che ogni guerra è sempre contro i bambini, deve agire in conformità con il diritto internazionale e umanitario per garantire sempre protezione e un contesto accogliente e sicuro dove crescere.

 

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